Descrizione di una tenni(femmini)sta
Nel mondo del tennis è conosciuta come “The Queen”, fuori dal campo è una donna altrettanto potente, una madre, sorella (sua sorella è Venus, altra campionessa mondiale del tennis e spesso sua rivale in campo), imprenditrice e attivista.

Serena Williams è una donna che sprigiona potenza, carattere e bellezza, riuscendo a combinare sport e passioni. Con oltre 10 milioni di follower su Instagram, la tennista statunitense condivide molto della sua vita, pubblicando momenti di pura quotidianità. Vedere il profilo di Serena Williams, sia su Instagram sia su Twitter, significa osservare una donna nera, nel 2018, che è consapevole delle sue potenzialità, che combatte affinché quella consapevolezza attraversi le donne di tutto il mondo. Non a caso molte delle sue battaglie,riguardano il sessismo nello sport, il suo. Che si trovi nel torto o nella ragione, una voce in capitolo così forte non andrebbe mai spenta.
La nuova influencer del tennis
Come ogni grande sportivo, Serena Williams è anche un personaggio di grande influenza e spesso sotto i riflettori proprio per questo. Come nel caso della finale femminile degli Us Open, dove la tennista è stata protagonista di un burrascoso attacco nei confronti dell’arbitro Carlos Ramos. Durante il secondo game del secondo set contro Naomi Osaka, infatti, Ramos assegna un warming per coaching alla Williams che inizia ad innervosirsi negando l’accaduto. Prosegue la finale e Ramos assegna un game-penalty dopo l’ennesimo scatto d’ira della tennista che continua a non accettare le decisioni dell’arbitro accusandolo di essere “ladro” e “bugiardo”.

È, però, durante la conferenza stampa, che la faccenda assume quello che sembra un vero e proprio attacco verso tutto il sistema d’arbitraggio nei confronti delle donne.
La Williams, infatti, accusa Ramos di sessismo: “[..]But I’ve seen other men call other umpires several things. I’m here fighting for women’s rights and for women’s equality and for all kinds of stuff. For me to say ‘thief’ and for him to take a game, it made me feel like it was a sexist remark. He’s never taken a game from a man because they said ‘thief.” ha dichiarato apertamente la tennista, marcando il fatto che dire “ladro” non può avere come conseguenza una penalizzazione così dura, quando a dirlo sono anche gli uomini ma a loro questo non avviene.
Serena Williams, torto o ragione?
Quello che interessa della questione, non è stabilire se la Williams abbia o no fatto coaching o se utilizzare determinati appellativi nei confronti di un arbitro sia giusto. Quello che più bisogna sottolineare è che, qualsiasi accusa che possa essere ricondotta a una differenza di genere, ha bisogno di venir fuori.
Serena Williams ha trovato grande sostegno sia fuori sia dentro il mondo del tennis, ma non sono mancate le critiche, soprattutto quelle che hanno la presunzione di risultare ironiche ma che sminuiscono, in realtà, questioni così delicate.
Un esempio è la vignetta ideata da Mark Knight pubblicata sull’Herald Sun. Nella vignetta è rappresentata la tennista che si lamenta in maniera infantile di quello che è accaduto. Tuttavia a destare il fastidio non è la caricatura di quest’ultima, quanto più il completo cambiamento dei connotati fisici della sua rivale.
Naomi Osaka, di origini haitiane e giapponesi, è raffigurata come bionda e magra.
Caratteristiche stereotipate della donna caucasica che ben si allontanano dalla realtà, facendo di questa vignetta, un connubio di razzismo e superficialità.

Le lotte di Serena non avvengono però solo in campo. Sono svariate le battaglie che la tennista statunitense ha sostenuto e tante ancora ne sosterrà grazie anche al suo nuovo brand “Serena”. Brand che le permette di esser conosciuta non solo come sportiva, ma anche come donna che sostiene cause, affronta ingiustizie e crede nelle donne.