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FESTIVAL DELLA COMUNICAZIONE SPORTIVA

La fisioterapia: un aiuto contro il dolore. Intervista a Pasquale Masiello

Posted on 1 Agosto 20181 Agosto 2018

Oggi intervistiamo Pasquale Masiello, 27 anni, originario di Ponte, un piccolo paesino in provincia di
Benevento. Dopo aver studiato Fisioterapia presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, è da qualche anno un libero professionista e si dedica con passione al proprio lavoro, anche e soprattutto in ambito sportivo.
Curiosi di scoprire qualcosa in più su di lui e su come si intraprende questa attività lavorativa gli abbiamo fatto qualche domanda.

Ciao Pasquale, innanzitutto grazie per aver accettato di aprirti a noi. Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a scegliere Fisioterapia?
La scelta di Fisioterapia dipende inevitabilmente da quelle che sono le mie esperienze personali e soprattutto familiari. Mia madre, da medico, ha avuto il merito di farmi appassionare alla medicina e, in particolar modo, al concetto di riabilitazione. Un concetto bellissimo per il quale si profonde tutto se stessi nel tentativo di restituire al paziente, alla persona, la “functio lesa”, la funzione, o meglio, la funzionalità, persa a seguito di un trauma.

la fisioterapia

“Quando curi una malattia puoi vincere o perdere, quando curi una persona vinci sempre!”
(P.Adams)

Giovanissimo hai la fortuna di lavorare da un po’ presso Fisioter, studio di Fisiokinesiterapia: ci puoi spiegare meglio di cosa si tratta?
Fisioter è un progetto nato nel 1998 dalla brillante mente di Marco Fusco. Preparatissimo fisioterapista che, purtroppo, a causa di un incidente stradale, non può più svolgere a pieno la sua funzione. Fisioter è per grandi linee uno studio associato, un ambulatorio in cui convivono e collaborano, in relazione di equipe, le figure di fisioterapista, ortopedico e neurochirurgo, nel fine ultimo comune, ovvero il benessere, la salute del paziente.

Dopo che hai iniziato gli studi hai mai avuto qualche dubbio su quella che sarebbe stata la tua strada, magari in seguito a qualche episodio legato al tuo tirocinio che ti ha fatto rendere conto di quanto fosse anche psicologicamente coinvolgente questo lavoro?
Nel corso del mio secondo anno di studi ho avuto modo di frequentare il reparto di terapia intensiva del policlinico di Tor Vergata. Qui ho visto pazienti nelle peggiori condizioni, politraumatizzati, molte volte irreversibili, e sarò onesto nel dire che la mia fiducia nel lavoro ha vacillato. Ma è proprio lì che, grazie ai miei tutor, ho capito che anche il più piccolo miglioramento del paziente è una conquista personale e che c’è sempre qualcosa che si può fare per coloro che soffrono.

Sappiamo che lavori spesso nel mondo del calcio e del tennis: a tal proposito, quali sono gli interventi che fai più spesso e quali sono le terapie immediate che metti in essere per ovviare a incidenti occasionali?
Lavorando con gli sportivi principalmente mi trovo a dover realizzare fasciature pre gara, soprattutto di
caviglia, applicazioni di kinesio tape, massaggi con creme riscaldanti o crioterapia, a seconda del contesto.
Nel post gara mi capita di lavorare sulle lesioni muscolari, quindi tecarterapia, fibrolisi e crioterapia.

“Collaborazione e maggiore tutela dagli organi statali”, linee guida per gli addetti ai lavori

Oggi si fa molto ricorso alla fisioterapia: a tuo avviso, quali sono i campi in cui si possono avere maggiori risultati e quali sono le tecniche più efficaci?
Per quanto riguarda l’importanza della fisioterapia al giorno d’oggi bisogna fare un passo indietro. Viviamo in un contesto in cui l’abusivismo regna sovrano e bisogna avere occhi apertissimi affidandosi a professionisti riconosciuti. Per tornare alla domanda, posso solo dire che nella moltitudine di corsi e tecniche valide per la riabilitazione, il professionista sceglie quello che è l’approccio che ritiene migliore a seconda del paziente e della sua problematica, ma anche in base alla sua predisposizione. Io, ad esempio, credo molto nei concetti di postura ed esercizio riabilitativo e nel mio operare non prescindo mai da queste due cose.

Quali sono a tuo avviso le strade nuove da percorrere per migliorare l’efficacia delle cure fisioterapiche?
Credo che per potenziare il nostro settore si debbano ricevere tutele dagli organi dello stato predisposti ai controlli, così come maggiore collaborazione tra professionisti. Mai come ora c’è bisogno di potenziare il concetto di lavoro in equipe, per poter meglio seguire il paziente nel suo percorso di cura.

Cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere una carriera lavorativa come la tua?
Posso solo dire che è un lavoro stupendo e che, quando fatto con coscienza, competenza e sensibilità, può dare grandi soddisfazioni.

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