Mentre sono ancora assorto nei miei pensieri qualcosa mi colpisce in testa spezzando la mia attenzione, Ahia! Ma cos’è stato!? Chi mi ha colpito!?
Mi giro dunque di scatto, e con sguardo attento cerco di capire dove si è nascosto il mio assalitore. Sicuramente sarà ancora qualcuno dei passanti di Villa Borghese a cui potrei aver dato fastidio cavalcando, penso tra me e me. Oppure chi lo sa, magari invece sono quella strana coppia vestita una di bianco e l’altro in nero! Effettivamente potrebbero avercela ancora con me per aver rubato loro il cavallo!
Vieni fuori! , grido ad un tratto. Non ti temo affatto sai? Ma nulla, nessun nemico salta fuori, né tanto meno ricevo risposta.
Decido dunque di andare a scovare dove si è nascosto il mio nemico quando, ad un tratto, in lontananza riesco ad udire una voce. Mi giro dunque nuovamente, e rimango esterrefatto da ciò che vedo.
Una ragazza dalla bellezza indescrivibile sta correndo nella mia direzione con una racchetta in mano. Mano a mano che si avvicina riesco finalmente a distinguere le sue parole: Scusami tanto! Non volevo colpirti, ti sei fatto male?
Quando ormai mi ha raggiunto però non sono riuscito ad emettere un suono di risposta e quando ancora una volta rinnova la sua domanda riesco a risponderle solo scuotendo la testa orizzontalmente.
Sono letteralmente paralizzato dalla sua bellezza e inizio a domandarmi se non abbia appena incontrato una dea, e senza nemmeno rendermene conto per giunta!
Mi sento esattamente come Ulisse quando conobbe Nausicaa, accanto al bosco sacro di Atena. E mentre osservo quella dea umana allontanarsi, che rinnova ancora una volta le sue scuse, realizzo di aver ritrovato un’emozione da troppo tempo ormai dimenticata, l’amore.
E adesso? Che faccio? La seguo o corro al Festival? Ma sta andando lì? Corro a raggiungerla…
