Mi sto finalmente avvicinando alla mia meta, penso tra me e me mentre continuo a cimentarmi in salti e acrobazie con il mio nuovo amico. Ah, quanto mi era mancato tutto ciò!
Per i visitatori di Villa Borghese non passo di certo inosservato, e tra ammirazione e perplessità continuo la mia passeggiata. I bambini sono gli unici che mi osservano incantati, come se fossi un personaggio uscito da una delle fiabe che gli vengono raccontate, è davvero una bella sensazione, ma purtroppo non tutti la pensano come loro.
Tra i vari commenti che ricevo, uno in particolare, e con tono sicuramente poco amichevole, cattura la mia attenzione mentre sfreccio in sella al mio cavallo: “Oh ma dove corri?!”
In effetti andavo davvero veloce. Decido quindi di fermarmi un istante per pensare e perché no, rifocillare il mio cavallo con un po’ d’acqua. Del resto è da parecchio che non si ferma, e sarà senza dubbio assetato. Una volta terminata la sosta per bere decido di passeggiare a piedi, sempre con il mio fido compagno al fianco.
Ancora assorto nei miei pensieri ad un tratto mi imbatto in un manifesto, come quelli che venivano affissi nell’antica Roma, ma un po’ diverso. Riesco a distinguere lo scorcio di una bella città, New York, mi dice un passante a cui chiedo informazioni. Subito un elemento cattura il mio occhio; un carro metallico dalle forme assai slanciate, che vagamente sembra ricordare quelle scatolette usate dai Romani di oggi per spostarsi. Mi dicono venga usata nella Formula E. Accidenti è forse questo a cui si riferiva l’uomo poco fa, devo assolutamente saperne di più! Ad ogni modo una cosa è certa, muoio dalla voglia di guidare questo assai strano carro…
